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Nell’ambito dell’amministrazione di sostegno, è importante comprendere le regole relative alla previsione di un compenso professionale aggiuntivo per l’avvocato. Secondo la recente sentenza della Suprema Corte di Cassazione (sezione I, 07/03/2022, n.7420), tale compenso è considerato un atto di straordinaria amministrazione e richiede un’autorizzazione specifica da parte del giudice tutelare. Senza questa autorizzazione, l’avvocato non può richiedere il pagamento del compenso nel corso di un procedimento legale. In questo articolo, esamineremo il ruolo del giudice tutelare nella previsione del compenso professionale aggiuntivo, illustrando le implicazioni legali e fornendo una panoramica della decisione della Cassazione civile.

Amministrazione di sostegno: come si ottiene l’Autorizzazione per il compenso professionale aggiuntivo

La previsione di un compenso professionale aggiuntivo per l’avvocato nell’ambito dell’amministrazione di sostegno è soggetta a particolari regole. Secondo la decisione della Cassazione civile (sez. I, 07/03/2022, n.7420), tale compenso viene considerato un atto di straordinaria amministrazione. Ciò significa che richiede l’autorizzazione specifica del giudice tutelare affinché possa essere richiesto e ottenuto nel corso di un procedimento legale. Senza tale autorizzazione, l’avvocato non ha il diritto di pretendere il pagamento del compenso aggiuntivo dal cliente.

 È importante comprendere che la facoltà concessa dal giudice tutelare all’amministratore di sostegno di nominare un avvocato per rappresentare il soggetto amministrato in tribunale non implica automaticamente la possibilità di stipulare un accordo per un compenso aggiuntivo. Questa decisione sottolinea l’importanza del controllo del giudice tutelare per garantire la corretta gestione e tutela degli interessi della persona sottoposta all’amministrazione di sostegno.

Compenso professionale aggiuntivo: l’avvocato specializzato garantisce la tutela del beneficiario

La sentenza della Cassazione Civile evidenzia l’importanza di ottenere l’autorizzazione del giudice tutelare a prevedere un compenso professionale aggiuntivo per l’avvocato nell’ambito dell’amministrazione di sostegno. Tale autorizzazione costituisce una misura di salvaguardia per garantire che il compenso richiesto sia congruo e adeguato alla natura e all’entità del lavoro svolto. Senza l’autorizzazione, l’avvocato non può richiedere il pagamento del compenso aggiuntivo nel corso del procedimento legale. 

È fondamentale consultare un avvocato esperto in materia di amministrazione di sostegno per comprendere appieno le implicazioni legali e ottenere l’assistenza necessaria per seguire correttamente le procedure e garantire la tutela degli interessi della persona coinvolta.